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Workers - Conferenza stampa di presentazione

10/05/2012 | News |
Workers - Conferenza stampa di presentazione

E' stato presentato ieri mattina (9 maggio) alla Casa del Cinema di Villa Borghese il film Workers, divertente commedia a episodi di grande attualità sulle disavventure di alcuni giovani disoccupati e precari, pronti a tutto pur di lavorare in un momento di grande crisi, soprattutto quando le spese per vivere sono una drammatica urgenza. Alla conferenza stampa seguita alla proiezione erano presenti il regista Lorenzo Vignolo e una nutrita schiera di rappresentanti del cast: Dario Bandiera (che ha fatto da vero mattatore), Michelangelo Pulci, Nino Frassica, Nicole Grimaudo, Paolo Briguglia, Francesco Pannofino, Alessandro Tiberi, Daniela Virgilio, Luis Molteni, Andrea Bruschi.
Il film uscirà venerdì 11 maggio in 81 copie, di cui 8 nella città di Roma.
Come ha commentato uno scatenato Dario Bandiera, “Il film esce venerdì e non si sa quando rientra!”.
   
La prima domanda è per il regista Lorenzo Vignolo. Come ti è venuta l’ispirazione di parlare di lavoro una commedia intelligente che fa riflettete su temi seri in modo lieve.
Lorenzo Vignolo:  Volevo fare una radiografia del momento difficile che attraversa il mondo del lavoro mantenendo toni leggeri, altrimenti lo spettatore che non ha lavoro e va a vedere il film ne esce appesantito. L’ idea nasce da Galliano Juso che tempo fa voleva fare una commedia a episodi girati da registi diversi su quei lavori che non vuole fare nessuno. Galliano ha trovato l’interesse di Minerva Film e Rai Cinema, la sceneggiatura è stata affidata al mio collaboratore di fiducia Stefano Sardo.
Stefano Sardo (sceneggiatore): Galliano Juso, l’autore del soggetto, cinque anni fa mi chiese di scrivere una sceneggiatura su un tale che va a fare da badante per un paraplegico intrattabile, allora sembrava che nessuno volesse fare un film su un paraplegico, sembrava che fosse un argomento rischioso e deprimente, naturalmente nessuno si sarebbe aspettato che l’idea diventasse vincente per il film francese di quest’anno Quasi amici. L’idea nasceva da Galliano, io scrissi i soggetti per tutti gli episodi e poi è nato il progetto di un film. Allora ci siamo chiesti se quelle persone vivessero i loro lavori come se fossero delle nuove possibilità. E’ stato un modo per far uscire i lavori dalla sociologia e farli diventare materia di divertimento.

Una domanda per lo sceneggiatore Stefano Sardo. Come è nata l’idea di trattare lavori umili?
Stefano Sardo: Abbiamo cercato di raccontare una storia più divertente possibile, ma per me non c’è un tema che si può trattare con un tono preciso. In realtà racconti una storia e parti da un’idea e poi ci metti il tono che stai cercando.

Per Francesco Pannofino e Alessandro Tiberi. Avete pensato che fosse una bella idea raccontare un tema difficile come l’handicap?
Francesco Pannofino: Hanno scelto uno stronzo come me per fare uno stronzo! E’ curioso vedere un portatore di handicap che ha un brutto carattere ed è così bastardo nei confronti di chi lo deve accudire. Io mi sono divertito comunque a spingere l’acceleratore su questo aspetto. Anche perché alla fine si instaura un rapporto particolare con il suo badante.
Alessandro Tiberi: Il cinema ha sempre raccontato la disabilità, ma ha trattato il tema in maniera non veritiera, ha creato un pregiudizio in chi guardava. Noi volevamo non essere buonisti a tutti i costi.

Per Francesco Pannofino. Da dove ti viene questa abilità a interpretare ruoli così diversi?
Francesco Pannofino: E’ il mio mestiere passare da un personaggio all’altro, è anche divertente. Ho girato questo film in una pausa di lavoro del “Nero Wolfe” televisivo, è bello fare personaggi sempre diversi.

Una domanda per tutto il cast. Prima di fare gli attori avete fatto altri lavori e vi è successo di incontrare persone che vi hanno fatto proposte curiose?
Francesco Pannofino: Io ho sempre fatto l’attore da quando avevo 19 anni, ma incontriamo sempre personaggi da cui attingere anche involontariamente. Anche facendo il doppiatore “carpisco” dalle grandi star che doppio qualche espressione.
Nino Frassica: Io ho iniziato da bambino fare l’attore, il bambino di Ladri di biciclette sono io! (ride).
Dario Bandiera: D’estate durante il liceo una volta sono andato a fare il lavapiatti per due giorni e poi me ne sono andato, poi ho fatto il cameriere e mi hanno mandato via dopo una settimana. In seguito ho fatto l’animatore nei villaggi ma lì facevo casino e basta.
Daniela Virgilio: Io ho fatto la cameriera e ho lavorato in una ricevitoria Punto Snai, in realtà noi attingiamo da tutti, anche da voi.
Nicole Grimaudo: Io ho iniziato a 15 anni a fare l’attrice, mi diverte  molto fare personaggi dove apprendo qualcosa su altri lavori. Anch’io sono una che “attinge”.
Paolo Briguglia: Non ho fatto altri lavori, dopo l’università ho iniziato a fare l’attore.
Luis Molteni: Io sono un bel po’ più vecchio di loro, ho cominciato giovanissimo a studiare per fare l’attore, ancora adesso sto studiando e non ho ancora smesso.
Andrea Bruschi: Io vendevo quadri per telefono, sono riuscito anche a vendere. Le persone compravano quadri sulla fiducia!

Per il regista. Ci puoi dare qualche informazione sulle musiche del film?
Lorenzo Vignolo: L’autore delle musiche è anche lo sceneggiatore. Dieci anni fa ho avuto la fortuna di conoscere Stefano (Sardo) con il suo gruppo i Mambassa ed è venuto naturale affidare a loro la colonna sonora. Stefano in questo era avvantaggiato.
Stefano Sardo: Quello si che è un lavoro precario oggi, fare il musicista rock. Non avevo mai fatto le musiche per un film, Lorenzo me l’ha chiesto e io ci ho provato, non ho fatto il solito lavoro del musicista quando prepara una colonna sonora, non abbiamo usato strumenti nobili come archi e violini, abbiamo fatto tutto un po’ empiricamente, gli strumenti che abbiamo usato donano un sapore un po’ tattile al film.

Il tema del film è forte, anche se col sorriso avete voluto raccontare che “bisogna pur lavorare”. Come avete sentito questa Italia che prima era dei bamboccioni e ora sembra essere degli “sfigati”?
Lorenzo Vignolo: Ci sono approcci diversi per ogni episodio. All’inizio del film si vedono più volti, io ho voluto fare un mix di disoccupati veri e di comparse. All’inizio ho lavorato in modo da combinare la sceneggiatura con squarci di realtà. Ad Alessandro Bianchi (che interpreta uno dei due soci dell’agenzia di lavoro, ndr.) ho chiesto di intervistare le persone che arrivavano per fare le comparse. Ho chiesto a Michelangelo Pulci (l’altro socio dell’agenzia) a provare a vedere se riusciva a inventare qualche battuta divertente. Tutta la recitazione è naturalistica, alcuni volti l’ho trovati per strada.

Per Nicole Grimaudo. La protagonista del tuo episodio, la truccatrice precaria, arriva a ottenere sempre di più dal proprietario delle pompe funebri. E’ una cosa dura fare la truccatrice per cadaveri e arrivare a fare comparsa per i mafiosi, in realtà in questo episodio c’era poco da ridere.
Nicole Grimaudo: Quando mi è stata proposta la sceneggiatura mi sono innamorata del personaggio di Alice che rappresenta questa generazione di giovani che superano le difficoltà con ironia e spirito di adattamento, mi piaceva molto raccontare questo spaccato che ci riguarda così da vicino. Nella realtà di oggi è molto più importante mantenersi che realizzare i propri sogni, questo film è anche uno spaccato di grande ottimismo perché i giovani sono pronti a tutto.

Una domanda per Nino Frassica e Paolo Briguglia sui loro personaggi di mafiosi nell’episodio “Il trucco”.
Paolo Briguglia: Sono due personaggi molto grotteschi, con Nino ci siamo incontrati in diversi set. Essendo il nostro un episodio un po’ più grottesco non era facile trovare un registro e in questo mi sono fatto molto aiutare da Nino. Questo film racconta di persone che sono pronte a tutto ma non hanno più niente da perdere, siamo vivi e la vita dobbiamo guadagnarcela tutti i giorni. Le persone vogliono vivere e avere un’indipendenza economica. Ridendo e scherzando il film racconta un nuovo stato dell’essere: pronti a tutto e con più niente da perdere.
Nino Frassica: A me è venuto facilmente perché il mio ruolo è autobiografico (ride), ma in realtà volevo fare il ruolo di Nicole (Grimaudo). Il mio personaggio di mafioso quasi non fa paura per quanto è stupido. Ma nella realtà non è così.

Una domanda per Daniela Virgilio sul fascino discreto dei dottori che subisce il suo personaggio.
Daniela Virgilio: Il mio personaggio non è precario ma subisce il fascino dei dottori ma dei dottori televisivi tipo Dottor House cioè non di un dottore vero. Lavorare con Dario (Bandiera) è una grande esperienza, è un grande improvvisatore, una volta non riuscivo a smettere di ridere e ho fatto una scena 19 volte col truccatore che doveva ritoccarmi continuamente il trucco.

Per Dario Bandiera una domanda sul “magnetismo animale” che il tuo personaggio (un prelevatore di campioni genetici in esemplari da riproduzione, ndr) ha sui tori.
Dario Bandiera: La realtà è che io mi sono buttato, dovevo sembrare uno che fa questo lavoro con i tori da vent’anni, in realtà sono degli animali dolcissimi, la cosa positiva è che abbiamo allungato la vita di questi tori che vengono mandati al macello. Si pensa solo a sfruttarli per fini economici, ma sono degli animali dolcissimi.

Elena Bartoni

 


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